Skip to main content

Le riforme nel mondo del lavoro non sembrano rientrare tra le priorità delle nuove istituzioni tunisine. Per i sindacati tunisini, i problemi legati alle pessime condizioni di lavoro in cui si trovano ad operare lavoratori e lavoratrici, sono ancora quelli ereditati dal precedente regime di Ben Ali.

L’unico vero cambiamento è costituito dalla libertà di espressione e di organizzazione, prima negata ed invece oggi riconosciuta come una conquista della rivoluzione dei gelsomini. La disoccupazione rimane la vera piaga sociale, soprattutto nelle regioni dell’interno, dove i giovani continuano a migrare verso l’Europa in assenza di alternative occupazionali. Condizioni di sfruttamento diffuse e sistematiche, assenza di diritti e di nuove opportunità occupazionali, sono il contesto sociale in cui si sta costruendo la nuova Tunisia. Vi sono due aree di lavoro considerate prioritarie per la UGTT, unica centrale democratica tunisina: la formazione sindacale per giovani e donne; l’inserimento lavorativo e la formazione professionale nelle zone di maggiore emarginazione e disagio sociale.

Nella maggioranza dei casi, le donne, in genere giovani tra i 16 ed i 25 anni, non hanno la benché minima conoscenza dei propri diritti. I giovani, protagonisti della rivolta, vedono il sindacato come la unica organizzazione indipendente a cui affidarsi, per il ruolo che la UGTT ha avuto durante la rivoluzione, per cui si iscrivono al sindacato e chiedono formazione sui diritti del lavoro, sulle convenzioni OIL, sui diritti previsti dalla legislazione tunisina, sul contratto di lavoro, sulle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, sulla previdenza sociale.
L’Obiettivo generale del progetto è perciò quello di diffondere la cultura del rispetto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e la cultura sindacale quali condizioni per lo sviluppo sostenibile

Località: Sousse-Monastir, Tunisi-Ariana, Sfax, Nabuel, Bizerte-Manouba, Ben-Arous-Nabuel, Djerba-Medenine

Valore complessivo: 71.076,27 €

Co-finanziato da: Regione Emilia Romagna

Realizzato in collaborazione con: Cospe, CEFA, CGIL Italia, Cestas, Filcams, Spi Roma Lazio, EducAid

Partner locale: UGTT – Union Général Tunisienne du Travail ,  FGAT – Fédération Générale de l’Alimentation Tourisme Commerce et de l’artisanat

 

Obiettivi del progetto:

  • Diffondere l’organizzazione sindacale nei luoghi di lavoro permettendo un riequilibrio delle presenza femminile
  • Favorire l’inserimento lavorativo di donne e giovani attraverso l’autoimprenditorialità e lo sviluppo dell’economia solidale
  • Creare condizioni favorevoli allo start up di almeno 5 cooperative /imprese dell’economia solidale

Le attività:

  1. Formazione sindacale per UGTT e FGAT
  2. Programma di formazione del cooperativismo e dell’autoimprenditorialità giovanile e femminile
  3. Fondo di start up per imprese dell’economia solidale (fondo a dono)

I beneficiari:

  • Lavoratori/trici e sindacalisti/e dei settori manifatturiero e turismo
  • Giovani e donne (età max 35 anni) con studi economici o sociali, con esperienza lavorativa idonea, leader di comunità, o imprenditrici di cooperative solidali
  • Giovani e donne in età 16-25 disoccupate, con o senza qualifiche formative, con forte motivazione all’imprenditorialità ed al lavoro di gruppo.
  • Soci delle cooperative/imprese dell’economia solidale che verranno a crearsi dopo il corso di formazione.