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Quelimane, 11 dicembre 2012: una data da ricordare. 32 delegati provenienti da 8 distretti della Zambézia (Milange, Namacurra, Ile, Morrumbala, Nicoadala, Mopeia, Gurué, Alto Moloque) hanno votato i loro rappresentanti durante un’assemblea molto partecipata. Nasce così l’Unione Provinciale delle Associazioni di Contadini, un organismo democratico e rappresentativo per dare voce alle richieste e difendere gli interessi dei contadini della Zambézia.

Augusto Mafigo – Presidente dell’UNAC (Unione Nazionale delle Associazioni di Contadini) – ha introdotto i lavori dell’assemblea sottolineando l’importanza della partecipazione e del contributo di tutti i membri alla crescita e al rafforzamento del movimento. “I partners e i donatori che oggi ci sostengono, un giorno andranno via. Non possiamo contare solo su di loro. Dobbiamo affidarci prima di tutto alla nostra forza”. Sono tante le organizzazioni internazionali governative e non, come World Vision, Clusa, Banco Mondiale, Agenzie di cooperazione di diversi governi, che sostengono le associazioni di contadini nella Zambézia attraverso attività di formazione su tecniche agricole, donazioni e /o credito per l’acquisto di attrezzature, sementi, costruzione di magazzini, etc. Nessuna di queste era presente all’Assemblea Costituente dell’Unione Provinciale, nonostante tutte fossero state invitate. Solo il Consorzio Zambézia, di cui fanno parte ARCS, Mani Tese, Iscos e Nexus, era presente con una sua rappresentante, ed è stato l’unico partner a dare un contributo finanziario alle spese per l’organizzazione. Un sostegno e una vicinanza che sono stati molto apprezzati dai delegati presenti, che si sentono accompagnati non solo nelle attività di produzione e commercializzazione agricola ma anche nella lotta per un riconoscimento dei loro diritti e per il cambiamento delle politiche governative.

Soprattutto per questo nasce l’Unione: essere uno strumento di advocacy giuridica e politica dei contadini di tutta la provincia. A livello giuridico, sono tanti i contadini e le associazioni che hanno bisogno di assistenza nei casi sempre più numerosi di conflitto per la terra. Il governo sempre più spesso concede grandi estensioni di terre ad imprese agricole – soprattutto straniere – con l’obiettivo dichiarato (ma spesso illusorio) di promuovere lo sviluppo rurale del territorio e diminuire la povertà, mentre i contadini sono obbligati a lasciare quelle terre che sono il fondamento della loro identità socio-culturale e della loro sopravvivenza. Costretti a spostarsi in aree dove molto spesso non possono coltivare, non ricevono le compensazioni promesse ritrovandosi in una situazione ben peggiore di prima. Tutto questo – si dice – è per il bene del Paese, dove la ricchezza cresce (i valori del PIL si attestano intorno al 7% annuo) ma i contadini sono più poveri. A livello politico, i contadini hanno bisogno di aumentare la loro influenza sull’elaborazione delle leggi e delle politiche, e sulle scelte di investimenti strategici del governo nel settore agricolo. Produrre e vendere di più non basta per assicurare il diritto alla sovranità alimentare e ad uno sviluppo rurale sostenibile se non cambiano anche le politiche e le priorità di investimento a favore dei piccoli produttori.

Importante è stata la presenza all’Assemblea dei rappresentati del governo provinciale, che ha accolto favorevolmente la nascita dell’Unione augurando una proficua collaborazione tra questa e il governo, per il comune obiettivo della lotta alla povertà.

L’Unione Provinciale dei contadini della Zambézia ha moltissime e importanti sfide davanti a sé. Per realizzarle, ha bisogno di contadini e associazioni consapevoli dei propri diritti, in grado di partecipare attivamente all’analisi dei problemi e alle proposte di soluzione. E deve poter contare su rappresentanti competenti in grado di offrire un servizio efficace e trasparente ai membri che li hanno eletti. Il cammino è lungo e impervio, ma i primi passi sono stati fatti.