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A Lampedusa, nell’ambito del Festival SABIR, per ricordare le vittime del traffico di migranti e contro le politiche securitarie dell’Unione Europea, si è realizzato il Seminario sindacale con la partecipazione di rappresentanti di diversi paesi del Mediterraneo e dell’Africa sub-sahariana. Le conclusioni del seminario sono state presentate agli europarlamentari presenti.

Seminario: Il ruolo del sindacato nella promozione dei diritti sociali e civili nei paesi di transito.

Hanno partecipato al seminario rappresentanti di sindacati e organizzazioni di società civile di Italia, Francia, Mauritania, Senegal, Marocco, Tunisia, Spagna, e reti europee. La CGIL nazionale è stata presente con l’area della Contrattazione Sociale – Immigrazione, il Dipartimento delle Politiche Globali, le strutture di INCA, FLAI, FIOM, FLC Sicilia, CGIL Emilia Romagna, CGIL Campania, CGIL Brianza, NEXUS, Progetto Sviluppo Piemonte.

Le raccomandazioni emerse dal seminario sono state presentate nell’assemblea plenaria  finale del Festival SABIR, agli euro-parlamentari presenti.

I punti critici emersi nel corso del dibattito e condivisi da tutti i partecipanti dei distinti paesi sono stati:

No alla politica della UE impostata sulle competenze professionali che tolgono risorse allo sviluppo dei paesi di origine;

No alla filosofia neo-liberale degli accordi commerciali che non producono diritti e lavoro dignitoso ma solamente rafforzano saccheggio di risorse e concentrazione di ricchezza;

No alla restrizione del diritto di asilo al primo paese di accoglienza come prevede oggi la legislazione europea;

No alla politica securitaria nei confronti della migrazione rappresentata  da Frontex;

No alle discriminazioni perpetrate dagli stati membri della Unione Europea ai migranti ed ai loro familiari;

No alle promesse della nuova Commissione Junker, senza un vero Piano di Lavoro da poter valutare sia nelle reali intenzioni che in corso d’opera;

A queste criticità del sistema europeo i partecipanti al seminario hanno proposto risposte urgenti e concrete per la protezione e la tutela dei migranti nel loro percorso migratorio, visto come un unico insieme dove i diritti umani fondamentali debbono essere tutelati e garantiti:

Innanzitutto, sul versante sindacale vi è la necessità di rafforzare il partenariato tra organizzazioni sindacali nella regione del Mediterraneo e dell’Africa Sub-sahariana per una azione comune, con programmi di formazione e di comunicazione orizzontale per una migliore promozione e tutela dei diritti del lavoro e dei diritti sociali;

All’Unione Europea ed agli stati membri si chiede di:

sostenere con politiche e programmi la rete sindacale di assistenza ai migranti nel Mediterraneo e nella regione sub-sahariana ed i presidi territoriali che si stanno attivando nei luoghi di transito dei migranti per assistere, orientare, informare e prevenire violazioni;

promuovere direttive orientate alla protezione sociale universale,  l’omogeneizzazione delle legislazioni e dei sistemi di welfare degli stati membri; e di porre come condizionalità alla sottoscrizione e rinnovo degli accordi di cooperazione con paesi terzi, l’esistenza di misure e di meccanismi di controllo che assicurino l’estensione dei sistemi di protezione sociale ai migranti;

omogeneizzare in tutti gli stati membri la legislazione per il rinnovo dei permessi di soggiorno; per il riconoscimento dei diritti fondamentali dei familiari dei migranti; senza subordinare tali diritti inalienabili, inderogabili ed universali ad altre condizioni;

esigere il rispetto della clausola sociale (applicazione delle convenzioni OIL  sui diritti fondamentali del lavoro) per la stipula e nell’applicazione degli accordi di cooperazione (incluso quelli commerciali);

ratificare la Convenzione ONU sui diritti dei migranti e delle loro famiglie sia da parte della UE che dai suoi stati membri; si ricorda inoltre che solamente alcuni stati membri hanno a tutt’oggi ratificato le convenzioni OIL sui lavoratori migranti (C. 143/75);

costruire un nuovo sistema di accoglienza integrato e orientato al lungo  periodo e non all’emergenza, attraverso il decentramento territoriale, il coordinamento tra  attori sociali, istituzioni e imprese, in un quadro di pieno inserimento civile, sociale e lavorativo;

prevedere investimenti dei Fondi Europei per programmi innovativi di inserimento nel nuovo quadro del sistema di accoglienza integrato, sopra indicato e per l’implementazione di canali umanitari e di assistenza ai richiedenti asilo ;

prendere atto della inalienabilità del diritto di circolazione delle persone, già previsto nel sistema del diritto internazionale, che non può essere fermato ma deve essere gestito nel quadro di politiche coerenti di cooperazione e di sviluppo sostenibile;

prendere in considerazione la nomina di un Commissario ad hoc per il Mediterraneo vista la grande concentrazione del flusso migratorio e della necessità di una nuova politica di cooperazione e di sviluppo nella regione mediterranea;

A conclusione, la frase LIBERTA’ DI SCEGLIERE PER TUTTI è sembrata la sintesi che raccoglie e rappresenta la complessità del fenomeno migratorio e le aspettative dei migranti a vivere una vita dignitosa.

Danesh Kurosh – Sergio Bassoli
06/10/2014