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La riunione del Consiglio Internazionale (CI) del Forum Sociale Mondiale (WSF) di Casablanca è stata la prima riunione convocata dopo il WSF realizzatosi a Tunisi nel marzo-aprile scorso.

Durante questo intervallo di tempo si sono realizzate numerose attività, regionali e tematiche: tra queste vale la pena segnalare il Social Forum Iraqueno, svoltosi in condizioni di estrema difficoltà ma che, nonostante ciò, ha visto alcune migliaia di persone riunirsi e sfidare il coprifuoco; gli incontri del forum sociale del Maghreb; il forum dei popoli in Canada; la ripresa del forum sociale negli USA; l’iniziativa dell’AlterSummit ad Atene.

Questa fase è stata caratterizzata dalla discussione, interna al CI, di riforma di questa istanza di coordinamento e di riflessione sulla complessa dinamica del variegato universo del Forum Sociale. Un Gruppo di Lavoro ha assunto questo impegnativo compito, promuovendo una indagine a campione, con interviste e questionari tra i membri dello stesso CI. I risultati del lavoro sono stati presentati nella riunione di Casablanca, ma la discussione è ancora in corso. Il Coordinamento italiano ha avuto un ruolo fondamentale nella fase di avvio di questo percorso, mettendo a disposizione strumenti e metodologia.

Il processo del WSF

La discussione sullo stato di salute del WSF ha bisogno di una premessa iniziale: la condivisione del significato di “processo del WSF”, altrimenti si rischia di perdersi e di confondersi tra l’uso dei termini e la dinamica in corso. Il WSF è considerato come un processo dal basso, di dimensione globale, promosso da movimenti sociali, che ha dato vita ad una dinamica, materializzatasi nello spazio autogestito dei “forum sociali”, avendo come principi e regole di riferimento la carta fondativa di Porto Alegre (2001), vero e proprio atto costitutivo dei social forum.

Dal 2001 ad oggi, questo spazio si è consolidato producendo proprie dinamiche regionali e settoriali, a macchia di leopardo, senza una cabina di regia ed una vera leadership. Un vero fenomeno dal punto di vista organizzativo e dei movimenti di massa che fa della sua propria originalità uno dei tratti caratteristici identitari: decisioni prese sempre e solo per consenso, partecipazione aperta a singole persone e ad associazioni, rifiuto di redigere comunicati, piattaforme, dichiarazioni, se non a titolo individuale o di singole associazioni.

Il bilancio del 2013 della dinamica del WSF è impressionante per quantità di appuntamenti realizzati nei diversi continenti, in particolar modo in America e nella regione del Nord Africa e Medio Oriente, a seguire Africa, Asia ed Europa.

Il calendario abbozzato per il 2014 conta già più di 30 appuntamenti, regionali o tematici.

Non sembra quindi corretta la posizione di chi sostiene la crisi di questa dinamica, spesso facendo leva sugli aspetti logistico-organizzativi dei forum, non riconoscendo l’importanza di questi appuntamenti, unica occasione di incontro e di scambio tra movimenti, sindacati, indigeni, contadini, ong provenienti da ogni parte del mondo, e completamente autogestiti.

Altra cosa è l’aspetto logisitco e l’organizzazione, che spesso sconta la mancanza di esperienza e di risorse economiche, nonostante una grande capacità di mobilitazione del volontariato tra giovani e studenti.

Oltre a questi elementi di riflessione e di discussione, nella riunione di Casablanca si è analizzata la questione delle alleanze e della partecipazione di alcuni attori sociali, quali i movimenti rurali, i nuovi movimenti ed i sindacati.

In effetti, le assenze di importanti reti tematiche come Via Campesina, o degli Ambientalisti, la scarsa presenza di organizzazioni e reti asiatiche, delle organizzazioni sindacali e dei cosiddetti “nuovi movimenti” (Occupy, Indignados, …. ) è fonte di forte preoccupazione e, in un certo senso, rappresenta l’altra faccia della medaglia: i limiti e lo scarto tra la dinamica del WSF e le dinamiche di altri attori globali della società civile, tradizionali e potenziali alleati, che però non partecipano in modo organico alla dinamica del WSF.

Tutti i partecipanti, pur non avendo trovato risposte concrete, hanno espresso la volontà collettiva di agganciare e di catturare maggiore interesse di sindacati, ambientalisti, movimenti rurali, giovani e indigeni, consapevoli della necessità di convergere e di unire le lotte e le mobilitazioni a tutti i livelli, dal locale al globale, per conquistare giustizia sociale, lavoro dignitoso, difesa dei beni comuni, diritti e sviluppo sostenibile.

Con i sindacati presenti abbiamo affrontato una riflessione su come sia importante consolidare questa alleanza con le altre componenti della società civile a livello globale.

Uno sforzo di dialogo, di confronto e di costruzione di alleanze con altri soggetti della società civile, che diventa imprescindibile per combattere le sistematiche e strutturali violazioni dei diritti umani fondamentali nella maggior parte dei paesi dei continenti africano, asiatico, in centroamerica, nei paesi andini e nei paesi arabi, per prevenire le delocalizzazioni ed i fenomeni di dumping sociale. Inoltre, è stato richiamato il nodo della rappresentanza di chi ha un contratto di lavoro o una qualsiasi copertura sociale; diritti universali che però nella dimensione globale e a causa delle politiche neoliberiste, risultano essere circoscritti a una minoranza di uomini e di donne. Ragion per cui, se vogliamo estendere e consolidare i diritti universali fondamentali, ivi incluso il lavoro dignitoso, l’alleanza con gli esclusi, i disoccupati, gli emarginati, lavoratori e lavoratrici di strada e senza tutela alcuna diventa un obbligo più che essere una scelta.

Forum Sociale Mondiale

Il prossimo Forum Sociale Mondiale si terrà nuovamente in Tunisia, nel Marzo 2015.

E’ stato proposto di realizzare il Social Forum Mondiale anche nel 2016, precisamente in Agosto, in Quebec (Canada), accogliendo la richiesta e le aspettative di un folto numero di associazioni canadesi.

Quindi, nel 2017, sarebbe il turno dell’Asia.

I prossimi appuntamenti

Per il 2014 il calendario di appuntamenti è molto intenso. Segnaliamo gli appuntamenti che cisembrano più significativi e di nostro intertesse:

6- 9 Giugno

Sarajevo: Forum Sociale della Pace (a cento anni dallo scoppio della I guerra mondiale)

2-6 Ottobre

Lampedusa: Evento Internazionale sui Migranti.

di Sergio Bassoli – Dipt. Politiche Globali – CGIL