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Le richieste e le proposte della Rete per i diritti dei migranti in vista del nuovo patto annunciato dalla Commissione europea

Raccomandazioni delle organizzazioni sindacali aderenti all’RSMMS in merito al futuro Patto europeo sulla migrazione e l’asilo

Le 30 organizzazioni sindacali che fanno parte della RSMMS sono convinte che la questione migratoria non possa essere affrontata in modo responsabile e sostenibile senza l’intervento trans-regionale degli attori. La migrazione pone agli attori istituzionali e della società civile la sfida di sviluppare nuove modalità di funzionamento che non possono essere limitate ai confini dei loro paesi, soprattutto perché le sfide affrontate dai migranti nei paesi di destinazione derivano anche dal processo di reclutamento dal paese di origine. La cooperazione transnazionale tra gli attori dei Paesi di origine, di transito e di destinazione si sta sempre più affermando quale leva indispensabile per l’elaborazione di soluzioni sostenibili che garantiscano i diritti.

Sulla base dell’esperienza pilota che stiamo conducendo da sei anni tra i sindacati di Europa, Nord Africa ed Africa Occidentale, rivolgiamo alla Commissione Europea ed ai membri del Parlamento Europeo le seguenti raccomandazioni, basate sulla solidarietà, sulla responsabilità e sul pieno rispetto dei Diritti Umani, sperando che siano ascoltate e prese in considerazione nel documento finale del nuovo Patto Europeo per l’Asilo e la Migrazione.

1) Libera circolazione delle persone

L’attuale Codice dei visti Schengen è estremamente complesso e consente solo soggiorni turistici, senza armonizzare l’ingresso per motivi di residenza e/o lavoro nei paesi dell’UE.

La riduzione del rischio di attraversamento irregolare delle frontiere e la prospettiva di rafforzare i meccanismi per una migrazione sicura e legale impone una revisione del sistema attuale. Raccomandiamo di rinunciare definitivamente a tutte le forme di esternalizzazione e subappalto della gestione dei visti ad agenzie private, un sistema macchinosoche obbedisce agli imperativi di produttività a scapito dei principi dei diritti umani, che ha prodotto effetti perversi, discriminazione e mancanza di trasparenza nel processo decisionale.

Insistiamo sulla necessità di semplificare le attuali procedure di rilascio dei visti e chiediamo di valutare la possibilità d’istituire un sistema di gestione e di rilascio dei visti per via telematica.

Inoltre, in conformità alla risoluzione del Parlamento europeo dell’11 dicembre 2018, raccomandiamo d’introdurre e armonizzare il meccanismo giuridico dei visti per motivi umanitari al fine di consentire l’ingresso legale nei territori dei Paesi dell’UE per ottenere protezione internazionale.

2) Politiche dei redditi e del mercato del lavoro

Insistiamo affinché il Patto europeo fornisca un quadro basato sul dialogo sociale per accompagnare la creazione di canali legali e sicuri per l’immigrazione per motivi di lavoro, sostenendo ulteriormente il coordinamento tra le parti sociali e in particolare i sindacati dei lavoratori nei paesi di origine e di destinazione, in vista dell’attuazione di politiche eque di assunzione e di sviluppo delle competenze.

Richiamiamo la vostra attenzione sui crescenti problemi di governance dovuti alla mancanza di coerenza tra le politiche migratorie nazionali e le politiche dell’occupazione, che mettono i lavoratori migranti e quelli nazionali in competizione tra loro alimentando conflitti e rivalità. L’Unione Europea deve chiaramente sostenere ed incentivare l’ingresso dei migranti che richiedono un visto d’ingresso in Europa per lavoro, all’interno di un sistema di legalità e garanzie, per un periodo ragionevole (6 mesi rinnovabili) e la possibilità di spostarsi all’interno dello spazio comunitario, con programmi per sostenere la ricerca di lavoro e per l’integrazione nella comunità del paese di destinazione, nonché con strumenti finanziari e programmi di cooperazione allo sviluppo per il ritorno e il reinserimento nei paesi di origine.

Chiediamo inoltre che il lavoro della Commissione europea per un’iniziativa sui salari minimi nei paesi dell’UE includa la questione specifica dei lavoratori migranti, indipendentemente dal loro status.

3) Politica di regolarizzazione dei migranti

Datori di lavoro senza scrupoli sottopongono molti lavoratori irregolari a lavoro forzato, violenza ed esclusione sociale. Chiediamo agli Stati di porre fine alla criminalizzazione degli ingressi e del soggiorno irregolari per consentire a questa popolazione invisibile e vulnerabile di accedere a meccanismi inclusivi nei paesi di destinazione e fornire così linee guida più efficaci per l’applicazione della legislazione sul lavoro e la lotta contro l’economia informale.

I lavoratori irregolari costituiscono una forza lavoro precaria e a basso costo per importanti settori dell’economia dei paesi dell’UE. La redditività di questi settori dipende direttamente dal loro sfruttamento. Una nuova regolamentazione di questi settori dovrà includere meccanismi d’integrazione e regolarizzazione amministrativa che garantiscano i diritti fondamentali dei lavoratori.

Insistiamo anche sulla necessità di diversificare i canali di regolarizzazione. A tal fine, raccomandiamo che che i canali di migrazione legale che si stanno moltiplicando per soddisfare le esigenze di lavoro dei paesi europei costituiscono allo stesso tempo un quadro per la regolarizzazione dei lavoratori privi di documenti già presenti nei paesi richiedenti. I programmi di sviluppo, aggiornamento o riqualificazione delle competenze destinati ai potenziali immigrati in Europa dovrebbero pertanto essere accessibili e offerti ai lavoratori privi di documenti già presenti sul territorio.

4) Politica di esternalizzazione delle frontiere e della cooperazione fra Stati

Le politiche di “rifiuto e repressione” dei migranti hanno portato ad un trattamento della migrazione esclusivamente basato sulla sicurezza, che si è tradotto in politiche di “non-accoglienza” in tutti i paesi della politica di vicinato dell’UE. Le loro conseguenze sono disastrose: proliferazione di organizzazioni criminali, numerose morti sulle rotte migratorie, corruzione, arresti, criminalizzazione dei migranti e della solidarietà nei loro confronti o come pretesto per la lotta al terrorismo, banalizzazione della xenofobia e del razzismo. Raccomandiamo che il nuovo Patto includa la necessità di affrontare le questioni dello sviluppo e le cause delle migrazioni quale obiettivo strategico per la regolamentazione del fenomeno migratorio.

Chiediamo alla Commissione ed agli eurodeputati che il nuovo Patto preveda anche meccanismi di trasparenza relativamente agli accordi di riammissione sottoscritti tra i Paesi del Sud e quelli europei. Questi accordi, che a volte assumono la forma di note verbali, non sono generalmente pubblicati ufficialmente, sono conclusi in segreto e sono di natura giuridica poco chiara, il che rende impossibile qualsiasi controllo democratico.

Raccomandiamo che il Patto stabilisca chiaramente che l’istituzione di una legislazione in materia di asilo nei paesi del Sud non può e non potrà costituire una strategia europea di esternalizzazione dell’asilo con il pretesto del progresso sociale e democratico nei paesi del Sud.

5) Ruolo delle comunità locali e coordinamento con l’UE:

Ribadiamo che le autorità locali possono trovare soluzioni concrete a problemi che spesso non possono essere risolti a livello nazionale. Queste azioni consistono nel facilitare l’accesso ai servizi di base (salute, istruzione, alloggio, ecc.) per le popolazioni migranti ed esiliate, nel ridurre le irregolarità, nello sviluppare alternative alla detenzione, nel promuovere l’integrazione e nell’informare l’opinione pubblica. Il Patto dovrà fare chiaro riferimento a queste esperienze innovative promosse congiuntamente dalle autorità locali e dalla società civile.

Raccomandiamo pertanto che il Patto sostenga la difesa delle città per il rafforzamento delle loro competenze giuridiche per la realizzazione di politiche locali a favore di una reale inclusione socio-economica dei migranti e dei rifugiati nelle comunità dei paesi di destinazione.

6) Eliminazione di tutte le forme di detenzione dei migranti irregolari e dei richiedenti asilo

Chiediamo di porre fine a tutte le forme di detenzione dei migranti irregolari o dei richiedenti asilo che, come è stato dimostrato, causano solo ulteriori sofferenze, corruzione e violazioni dei diritti umani. Raccomandiamo che il Patto stabilisca il ricorso a misure alternative alla detenzione in via prioritaria.

7) Protezione sociale ed assistenza ai migranti

Nel quadro del futuro Patto europeo, chiediamo il monitoraggio e l’applicazione delle norme sul lavoro, ivi compresi adeguati standard di salute e sicurezza per tutti i lavoratori, indipendentemente dal loro status, dal paese d’origine e dal settore in cui operano.

Chiediamo che si presti particolare attenzione alle condizioni di lavoro dei lavoratori stagionali. Chiediamo la creazione di meccanismi a livello dell’UE per controllare e garantire le condizioni di lavoro, l’accesso all’alloggio e alla salute per i lavoratori migranti in conformità con la legislazione e i contratti collettivi di lavoro in vigore. L’accesso alla giustizia, in particolare per i migranti vittime della tratta di esseri umani e del lavoro forzato, è una delle sfide principali per un efficace recepimento della direttiva 2004/81 / CE nei paesi dell’Unione. L’istituzione di maggiori garanzie per proteggere le vittime che segnalano queste organizzazioni ed i loro intermediari deve essere armonizzata in tutti i paesi europei.

Raccomandiamo inoltre d’incentivare fortemente l’istituzione di convenzioni bilaterali di sicurezza sociale con i paesi di origine per garantire la portabilità dei diritti sociali per i migranti.

8) Riforma del regolamento di Dublino in tema di asilo

È essenziale adottare immediatamente un sistema comune europeo di asilo obbligatorio (RAEC) ed efficace, in linea con le norme internazionali. La proposta di riforma approvata dal Parlamento europeo nel 2017 deve essere attuata, riconoscendo la possibilità di scegliere il luogo di asilo, promuovendo il ricongiungimento familiare e tenendo conto di una distribuzione equa e solidale dei rifugiati tra i Paesi membri.

Le organizzazioni sindacali affiliate alla RSMMS

18 Settembre 2020

RSMMS_Patto Europeo Migrazione Asilo 18Sett 2020