Skip to main content

Si terrà a Tunisi il Social Forum Mondiale del 2013: dal 26 al 30 marzo,  nel campus dell’Università Al Manar, su un’area attrezzata di 5000 metri quadrati con aule, impianti mobili, servizi di ristorazione e ogni altra struttura per consentire lo svolgimento dell’appuntamento mondiale.
Non è certo casuale la scelta di Tunisi, dove sono al lavoro gli organizzatori del Forum Sociale del Maghreb e Mashrek. I profondi cambiamenti in corso in tutta l’area mediterranea  trovano riscontro nell’attenzione per l’appuntamento del Social Forum: fino ad oggi si sono iscritte più di mille reti, movimenti ed associazioni e sono previste circa 700 attività seminariali, oltre alla partecipazione “a distanza” tramite i collegamenti telematici di videoconferenze, chat e internet di migliaia di persone.
E al Forum si parlerà delle rivoluzioni nella regione Maghreb – Mashrek e delle esperienze dei nuovi movimenti di protesta e delle nuove forme di organizzazione (a cui è dedicata la giornata di apertura del Forum); si discuterà delle condizioni e della vita dei migranti, delle condizioni  delle donne, dei giovani; della Palestina (a cui viene dedicata, in modo simbolico, una giornata).
Vi sarà ovviamente anche un ampio spazio per i temi del lavoro e del sindacato: la UGTT (il sindacato tunisino) è impegnato nel coordinamento di questo spazio. La Cgil sarà presente con i propri contributi e  le proprie proposte.

La lunga strada verso Tunisi
Dopo quattordici anni dai primi movimenti di Seattle, sulla lunga la strada che il Word Social Forum ha compiuto: da Porto Allegre dove si è svolta la prima edizione nel gennaio 2001 e la seconda del 2002 e la terza del 2003 si sono succedute le edizioni di Mumbai,  e quelle nel gennaio 2006 a Caracas (Venezuela) e Bamako (Mali) e nel marzo 2006 a Karachi (Pakistan). Poi in Kenia a Nairobi nel 2007 , nuovamente in Brasile a Belem nel 2009 e nel Senegal a Dakar nel 2011.
Con molti altri appuntamenti tematici: a Praga nel settembre del 2000 per il vertice della Banca Mondiale,  il 27 gennaio del 2001 a Davos (Svizzera) in concomitanza con il Forum Economico Mondiale; il 15 di giugno a Goteborg (Svezia) in occasione di un summit europeo; nella primavera del 2001 a Napoli per il Global Forum sull’e-government (il governo della telematica, con particolare riferimento alla sua applicazione nel settore della pubblica amministrazione). Ancora a
Genova in concomitanza con la riunione dei capi di governo dei maggiori paesi industrializzati, nel luglio del 2001;  sul clima a Copenhagen nel dicembre 2009 o altri appuntamenti sui temi dell’acqua bene pubblico o dell’istruzione ed intrecciandosi con i Forum continentali e le esperienze di Firenze e le iniziative di mobilitazione e di incontro dei vari movimenti e delle reti,  a Londra,  Parigi,  Atene, Malmo, e nel 2010 ad Istanbul.

Perchè il Social Forum Mondiale
Il movimento dei no global nasce e si caratterizza organizzando varie manifestazioni di protesta contro i processi di globalizzazione dell’economia, resi possibili dagli accordi intercorsi sul commercio internazionale, sviluppati e sorretti nell’ambito dell’Organizzazione mondiale per il commercio e recepiti nei parlamenti e dai governi, negli organismi rappresentativi come il G8,  nonché in importanti istituzioni internazionali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale.
Le principali critiche sono rivolte alle multinazionali, che condizionano scelte e decisioni di sviluppo non sostenibili che mortificano le condizioni dei lavoratori, alterano e danneggiano irrimediabilmente l’ambiente, dissipano energia, non  rispettano le particolarità dei vari territori, sfruttano   in ogni parte del mondo donne e bambini.
Il movimento, molto eterogeneo e vario, conia lo slogan “un altro mondo è possibile”, tradotto e usato in tutte le lingue, e si riunisce a partire dal gennaio 2001 ogni anno per il Word Social Forum.
Va ricordato che il World Social Forum si svolge tradizionalmente in contemporanea del World Economic Forum di Davos, la città della Confederazione Elvetica dove si incontrano i leader della finanza, del commercio e della politica internazionale. E’ un appuntamento annuale per i rappresentanti della parte più ricca del mondo che discutono nuove strategie e nuove prospettive economiche. I Social Forum diventano occasioni di incontro per migliaia di giovani e di persone che parlano di pace, di diritti, della condizione femminile, di ambiente, di acqua, di energia, di cibo, di sviluppo equilibrato e sostenibile.
Anno dopo anno, città dopo città, Il Forum Sociale Mondiale è divenuto un incontro  dei movimenti, delle reti, dei sindacati, delle Università, per coordinare campagne mondiali, condividere e verificare le strategie organizzative, informarsi vicendevolmente sui diversi movimenti sparsi per il mondo e sulle loro tematiche.

Da Firenze a Tunisi
Era stato confermato a Firenze, in occasione della recente 10+10,  l’impegno a proseguire la lotta per cambiare: vecchi e nuovi movimenti, sindacati, reti di giovani, donne e migranti provenienti da ogni paese d’Europa e dai paesi delle rivoluzioni arabe proprio a Firenze hanno trovato una convergenza sul bisogno di unire gli sforzi, le campagne e le lotte in ogni angolo d’Europa.
I giovani, le reti europee sui beni comuni, sui diritti umani, delle donne, dei migranti chiedono  una mobilitazione permanente a difesa dei diritti del lavoro, per il lavoro dignitoso, per la libertà di associazione, per il diritto alla contrattazione collettiva e la stabilità lavorativa, per lo stato sociale.
“Questo debito non è nostro” è stato lo slogan che ha attraversato le sale della Fortezza da Basso,  accompagnato da riflessioni sulle possibili soluzioni della crisi, come sono i vincoli da porre alla finanza speculativa, la tassazione delle transazioni finanziarie.
“Noi vogliamo restare” è  stato il messaggio delle reti della conoscenza e dei giovani europei, speculare al grido  arrivato dalla sponda sud del Mediterraneo, dove i giovani hanno detto basta alle dittature, al clientelismo, allo sfruttamento, al neo-colonialismo, pagando con il loro sacrificio il prezzo della democrazia e di un futuro più giusto. Proprio il Mediterraneo è stato uno dei momenti significativi dell’appuntamento di Firenze, con i sindacati delle due sponde che hanno discusso sui diritti politici, civili, economici e sociali, per costruire una nuova piattaforma di partenariato e di cittadinanza mediterranea. Un percorso da costruire insieme, tra vecchi e nuovi movimenti, tra società civile e sindacati, non solo dentro l’Europa, ma dentro il Mediterraneo. Ecco quindi l’occasione del Social Forum Mondiale che si terrà per la prima volta nella regione mediterranea, precisamente a Tunisi.

Il Programma provvisorio:

  • 25 marzo: incontro sindacale (da confermare)
  • 26 marzo:  marcia di apertura nel pomeriggio;
  • 27 marzo: attività autogestite, con 3 turni, dalle 09:00 alle 18:00; dalle 19:00 spazi per preparare e lavorare sulle convergenze;
  • 28 marzo: attività autogestite, sempre su 3 turni; con proseguimento delle attività preparatorie delle convergenze;
  • 29 marzo: attività autogestite per i primi 2 turni. 09:00 – 14:00, poi dal pomeriggio, iniziano le Assemblee di Convergenza;
  • 30 marzo: giornata dedicata alla Palestina (giornata della terra); mattino Assemblee finali (da decidere forme e modi); pomeriggio atto finale (non da escludere una seconda marcia);

Percorso sindacale:
Come CGIL proponiamo di dar vita, all’interno del FSM di Tunisi ad uno spazio sui diritti del lavoro,  dove far confluire le iniziative promosse dalle organizzazioni sindacali, con il coordinamento della UGTT. Concretamente:

  • Uno spazio fisico all’interno del Campus Universitario Al Manar, con la possibilità di ospitare contemporaneamente diversi seminari ed una sala per poter realizzare una Assemblea sui Diritti del lavoro;
  • Un programma composto da seminari e workshop tematici;
  • Una Assemblea di convergenza;

All’interno di questo quadro di riferimento, noi saremmo interessati a promuovere un percorso sul Mediterraneo, che preveda la realizzazione di seminari tematici su:

  • Libertà di associazione;
  • Diritto di contrattazione;
  • Politiche Migratorie;
  • Diritti Sociali;
  • Diritti delle Donne;

con l’obiettivo di costruire una piattaforma comune da utilizzare nelle sedi nazionali ed internazionali e per la costruzione di un nuovo partenariato mediterraneo.

Sergio Bassoli
Dipartimento Politiche Globali

Antonio Morandi
Segretariato Europeo