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Nei campi rifugiati saharawi, nel deserto del Sud-Ovest dell’Algeria, dove la popolazione ha scarso accesso a opportunità economiche, dipende per il 96% dagli aiuti umanitari internazionali e dove da decenni si combatte contro insicurezza alimentare, disoccupazione e marginalità economica, è stato siglato il primo accordo collettivo che potrebbe segnare una svolta per i diritti dei lavoratori.

L’accordo nasce nell’ambito del progetto “Educazione inclusiva, igiene e sicurezza alimentare per la popolazione vulnerabile nei Campi di rifugiati Sahrawi del Sud-Ovest dell’Algeria” AID 012892/01, promosso da Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli (CISP) in partenariato con Movimento Africa ’70, in collaborazione con Nexus Emilia Romagna ETS e Regione Emilia Romagna e in accordo con le autorità locali che governano i campi dei rifugiati: Mezza Luna Rossa Sahrawi e i ministeri di riferimento settoriale afferenti alla RASD (Repubblica Araba Sahrawi Democratica). Il progetto è finanziato da AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo sede di Tunisi.

Il progetto nasce con l’obiettivo di contribuire a ridurre l’impatto delle condizioni di emergenza sulla vita dei rifugiati sahrawi, rafforzando la loro resilienza nell’educazione inclusiva, igiene e sicurezza alimentare per la popolazione. Oltre ad agire sul tema dell’educazione, si occupa di sicurezza alimentare, ambiente e creazione di nuove opportunità di lavoro tramite il potenziamento delle produzioni avicole, la creazione di un sistema virtuoso di distribuzione di uova e il miglioramento dell’attuale sistema di gestone dei sottoprodotti dell’allevamento. Ad oggi, il tema della sicurezza alimentare e l’accesso alle proteine animali rimane una sfida per la popolazione saharawi, che necessita di interventi volti a migliorare la resilienza della popolazione e a contribuire a ridurre la dipendenza dei rifugiati dagli aiuti umanitari esterni attraverso la creazione di opportunità socio-economiche per giovani, donne e categorie vulnerabili.

Per il raggiungimento di tali obiettivi, Nexus Emilia Romagna ha incaricato NIdiL CGIL (struttura CGIL creata nel 1998 per rappresentare e tutelare i lavoratori atipici e senza una rete di protezione sociale).

La missione affidata a NIdiL CGIL si proponeva di supportare la creazione di una start up per la distribuzione di prodotti alimentari alla popolazione Sahrawi che sfruttasse le potenzialità del web, dando la possibilità al cittadino di ordinare direttamente da un sito web gli alimenti prodotti nei campi (inizialmente uova), e contemporaneamente utilizzare per la distribuzione, i cittadini stessi in possesso di un’auto privata.

La start up, di natura pubblica, ha l’obiettivo sociale di regolamentare e mantenere stabili i prezzi dei prodotti alimentari e consentire il coinvolgimento di privati cittadini automuniti alla distribuzione ottenendo dalla stessa un fonte integrativa di reddito, sgravando le istituzioni locali del costo di mantenimento e riparazione dei mezzi attualmente in uso per la distribuzione, e garantendo ai cittadini un prezzo d’acquisto inferiore a quello attuale.

L’idea che ha portato all’elaborazione dell’accordo nasce a gennaio 2025, quando per la prima volta, nello stabilimento di produzione di polli e uova a Hussein Tamek, dopo una serie ripetuta di scioperi del personale che chiedeva aumenti di stipendio, sono stati redatti e sottoscritti contratti di lavoro individuali. I contratti hanno tutti durata di 2 mesi e prevedono una retribuzione variabile in base alla mansione e al livello di responsabilità, 5 giorni di congedo al mese e la malattia pagata a fronte della presentazione del certificato medico. In tutto ciò però il sindacato UGTSario non è stato coinvolto e non esiste contrattazione collettiva.

È stato quindi ritenuto importante la sperimentazione di un primo accordo collettivo che regolasse il rapporto tra la start up e i trasportatori e coinvolgesse anche il sindacato. Per definire quale potesse essere la regolamentazione più idonea, sono state raccolte le esigenze, i punti di forza e di debolezza del sistema esistente, sapendo che non esiste una legislazione che regolamenti il lavoro.

L’Accordo Quadro, sottoscritto dal Ministero delle Finanze e dal sindacto UGTSario rappresenta il primo esempio di accordo collettivo che si realizza nei campi Sahrawi. Nonostante si applichi ad una tipologia di attività caratterizzata da occasionalità e discontinuità, prende come base i primi contratti scritti siglati a gennaio 2025 e prevede:

  • un compenso che tiene conto della distanza della consegna e del tempo impiegato ad eseguirla e del mezzo utilizzato;
  • l’individuazione dei trasportatori tramite un bando pubblico e la possibilità di svolgere il servizio definendo un periodo temporale di disponibilità e il o i luoghi verso cui trasportare gli alimenti;
  • una formazione obbligatoria sia in merito a salute e sicurezza sul lavoro che ai diritti e doveri del lavoratore, con il coinvolgimento del sindacato UGTSario per aumentare la consapevolezza dei lavoratori circa diritti e doveri che derivano da un contratto e sia per dare inizio ad un percorso di carattere sindacale;
  • il riconoscimento di diritti sindacali quali l’assemblea e l’elezione dei rappresentanti dei lavoratori;
  • la tutela in caso di malattia e infortunio sul lavoro, oltre che la maturazione di periodi di riposo.

L’accordo, visto il suo carattere inedito e sperimentale, è ora soggetto a monitoraggio e revisione al fine del suo potenziamento e della sua estensione ad altri lavoratori e lavoratrici. Rappresenta di fatto il primo contratto collettivo e apre così la strada al coinvolgimento del sindacato alla costruzione di un sistema di relazioni, principalmente con lo Stato, che rappresenta oggi il principale datore di lavoro nella regione, insieme alla cooperazione internazionale. L’obiettivo finale rappresenta ora quello di estendere il metodo ad altri settori lavorativi, costruendo nel tempo una legislazione del lavoro che possa garantire tutele universali.

Nel futuro sarà necessario ampliare l’attività della Start Up, che al momento distribuisce solo uova, ad altri alimenti che sul mercato risentono di prezzi alti, in modo che possa arrivare a sostenersi economicamente.